anteprima report Digitale 2019

In Italia 35 milioni passano due ore al giorno sui social network. Ecco cosa fanno

di Giampaolo Colletti

5' di lettura

Connessi in mobilità, attivi sui social media, convolti nelle conversazioni sulle chat di instant messagging, catturati dai video anche in formati più lunghi rispetto agli snack del passato. E poi sempre più innamorati delle Stories, prevalentemente sul social fotografico di casa Zuckerberg Instagram.
La fotografia dell'Italia connessa registra un ulteriore segno più. Un'avanzata che si riscontra nell'uso delle piattaforme: sono 35 milioni gli italiani che utilizzano i social come punto di riferimento per informazione, intrattenimento, conversazione. E tra questi addirittura 31 milioni lo fa da mobile, trascorrendo in media ogni giorno un'ora e cinquantuno minuti sui social.

Da sinistra O.Nava, S.Maggi, G.Cucinella CEO We Are Social

Il nuovo report Digital 2019, promosso dall'agenzia internazionale We Are Social e dalla piattaforma di social media management Hootsuite e presentato sul Sole24Ore in anteprima, fotografa un incremento del consumo digitale. Il rapporto analizza lo scenario a livello globale, prendendo in esame 230 distinti Paesi. In sintesi siamo incollati agli smartphone E internet doppia la tv. In Italia si trascorrono online 6 ore al giorno, più del doppio del tempo speso guardando la televisione. E YouTube si conferma la piattaforma più attiva. Un dato che certifica come sia sceso il consumo del piccolo schermo rispetto a quello degli schermi connessi e miniaturizzati degli smartphone. «Da noi i canali social e digital si confermano un punto di riferimento. In linea con i Paesi occidentali, anche gli italiani stanno sviluppando grande attenzione per temi importanti legati alla loro vita online, come il controllo della propria privacy e la scelta di fonti di informazione affidabili», commentano Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava, CEO di We Are Social, agenzia con un team di oltre 180 specialisti in Italia e presente nel mondo con un network di 13 uffici.
In Italia connessi 9 su 10

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La ricerca è l'ottava edizione per l'Italia e rivela come nel 2018 siano stati 11 milioni i nuovi utenti online, per un totale di 54.8 milioni di persone che accedono a internet. Vale a dire oltre 9 italiani su 10. Il 92% delle persone guarda video online, a conferma di una tendenza che vede già dall'anno scorso la crescita continua di questo formato. E c'è di più. La fruizione di contenuti video da mobile interessa 4 italiani su 5. Cresce anche il gaming: 1 italiano su 2 lo segue, mentre 1 italiano su 6 gioca in modalità streaming live. La piattaforma social più attiva si conferma YouTube, seguita da WhatsApp e Facebook. La crescita sta trascinando anche l'e-commerce: i tre quarti di tutti gli utenti ha dichiarato di aver acquistato nell'ultimo mese prodotti o servizi online. E il 42% grazie ad un dispositivo mobile. La spesa totale online per i beni di consumo durante il 2018 è stata di 15,63 miliardi di dollari, con un incremento del +13% rispetto all'anno precedente. «Crescono i comportamenti legati a nuovi formati di fruizione e a tecnologie relativamente nuove, come le ricerche vocali, l'interazione con intelligenza artificiale, l'e-gaming e le sue varie declinazioni. La maggiore attenzione da parte delle persone per la comunicazione social e digital e l'aumento dei punti di contatto rendono fondamentale che i brand conoscano profondamente le esigenze delle persone a cui si rivolgono. È questa l'unica via per stabilire una connessione e avere un impatto positivo attraverso la creatività», precisano Cucinella, Maggi e Nava.
Domina l'ecosistema Facebook
Abbiamo in media profili aperti su oltre 7 piattaforme social diverse. YouTube e Facebook — inteso in questo caso come ecosistema più ampio con WhatsApp, Messenger, Instagram — continuano a dominare il panorama delle piattaforme social più utilizzate. Ma attenzione. Occorre segmentare per età anagrafiche. All'interno dell'ecosistema Facebook la fascia di età 25-34 risulta essere la più presente, seguita da quelle 35-44 e 45-54, dato su cui influisce sicuramente la fortissima penetrazione di WhatsApp come piattaforma di messaggistica regina in Italia. A seguire Twitter e LinkedIn, su cui sono attivi rispettivamente il 32% e 29% della popolazione italiana, mentre verticalità come Snapchat (utenza più giovane) e WeChat (fortissimo sulla comunità cinese) si attestano entrambe di poco sopra il 10%.
E nel mondo? Il numero di persone che accedono a Internet è ora pari a 4,39 miliardi, in aumento rispetto ai 4,02 miliardi dell'anno precedente. E nel mondo 3 miliardi e mezzo sono attivi sui social media, cioè il 45% della popolazione mondiale.
L'avanzata delle Stories (15volte in più del feed)
Comportamenti social in una evoluzione costante. E una maggiore interazione con i brand. «Ci stiamo orientando verso nuovi formati nello scenario social. In particolare siamo in una fase di “Stories-ficazione” della comunicazione: le Stories stanno facendo registrare su tutte le piattaforme un incremento continuo del loro tasso di engagement e penetrazione, crescendo 15 volte più velocemente dei contenuti su feed. Un trend che i brand non potranno non considerare nel corso del 2019, con l'obiettivo di rendere questo formato social un elemento centrale delle loro strategie di contenuto», affermano Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava.
Contenuti, ma anche estetica di formato. Sticker, geo-tag, filtri e tutti i tecnicismi che le contraddistinguono non sono soltanto un divertimento per i più giovani, ma stanno entrando nell'evoluzione dei linguaggi e della narrazione sui canali social. «Ecco allora che le marche dovranno pensare alle Stories come ad un'esperienza interattiva per entrare in contatto con le persone in maniera efficace, offrendo la possibilità di sentirsi parte della narrazione grazie all'interfaccia dei device. Le fotocamere degli smartphone saranno sempre di più una sorta di lente sulla realtà e le Stories una grande tela per giocare con essa. Creare asset visivi “su misura” e personalizzabili sarà sempre più importante per i brand perché le persone stanno dimostrando di volersi esprimere con le Stories, aggiungendo il loro tocco creativo», precisano Cucinella, Maggi e Nava.
Comandi vocali per 1 italiano su 3
Si registra poi un'impennata dei servizi di intelligenza artificiale e legati al controllo vocale. Ecco allora che prende piede anche la tecnologia voice: d'altronde il 2018 ha visto il rilascio sul mercato italiano sia di Google Home in marzo e sia di Amazon Echo in ottobre. Il risultato? Quasi un italiano su tre (30%) utilizza regolarmente le funzioni di ricerca vocale o comandi vocali. Fenomeno globale: anche perché la nuova fase di crescita di internet sarà determinata quasi interamente dai mercati in via di sviluppo. «Molti di questi Paesi soffrono di livelli di alfabetizzazione inferiori rispetto a quelli che oggi dominano internet. Di conseguenza piattaforme come Google, Facebook e Amazon continueranno a investire nello sviluppo di interfacce più user-friendly per rispondere alle necessità di questi nuovi utenti e l'aspetto vocale sembra essere una guida in questa direzione, almeno nel breve termine».
La tendenza è verso una relazione di taglio personale con i brand. «D'altronde per stimolare l'attenzione delle persone le aziende hanno bisogno di ripensare le modalità con cui interagiscono sui canali social. Devono creare connessioni dirette, quasi personali, grazie a contenuti rilevanti, mantenendo un approccio autentico rispetto ai propri valori». Insomma, il futuro racconterà narrazioni e servizi su misura, da fruire rigorosamente in mobilità.

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